La diagnostica di bordo (OBD) è la chiave per conoscere i dati essenziali di un’auto contenuti nelle centraline elettriche.

La Corte di Giustizia dell’Unione europea – Sezione VIII (Sentenza 5 settembre 2023 – Causa C – 296/22), pronunciandosi a favore di Carglass e del network di riparazione tedesco ATU (Auto-Teile-Unger) contro Fiat Chrysler, ha stabilito l’obbligo per i costruttori di veicoli di consentire un accesso senza restrizioni, standardizzato e non discriminatorio alle informazioni OBD nonché a quelle sulla riparazione e la manutenzione del veicolo (articolo 61, paragrafi 1 e 4 del Regolamento n. 858/2018).

Infatti, nella decisione della Corte europea si legge che l’obbligo per i costruttori di consentire un accesso senza restrizioni “comprende l’obbligo di consentire agli operatori indipendenti di elaborare e sfruttare tali informazioni senza essere soggetti a condizioni diverse da quelle stabilite da detto regolamento”. Al contrario, subordinare l’accesso alle informazioni a condizioni non contenute nel regolamento rischierebbe di diminuire il numero di riparatori indipendenti aventi accesso a tali informazioni, con il potenziale effetto di ridurre la concorrenza sul mercato dei servizi e, pertanto, l’offerta ai consumatori.

Dunque, per la Corte, l’articolo 61, paragrafi 1 e 4 del Regolamento n. 858/2018 deve essere interpretato nel senso che esso “osta a che un costruttore di automobili subordini l’accesso degli operatori indipendenti alle informazioni sulla riparazione e la manutenzione del veicolo nonché alle informazioni OBD, compreso l’accesso in modalità di scrittura a tali informazioni, a condizioni diverse da quelle stabilite da detto regolamento”.